giovedì 23 aprile 2009

Incontro con le associazioni di categoria

La riunione di ieri sera credo sia servita per capire cosa succede nelle associazioni, quanto incide la crisi e quali sono le possibili soluzioni.
Penso che il compito di chi amministra sia quello di coordinare gli sforzi per uscire il meglio possibile da questo periodo. Uscirne meglio, e come qualcuno ha ribattuto, in modo più equo.
Il sistema sta cambiando perchè sta cambiando il modo di vedere le cose. La crisi ha portato a rivedere molti concetti che sembravano inamovibili ma che adesso si stanno scardinando.
Le considerazioni di chi sostiene la decrescita non sono sbagliate ma rimangono un po' forzate.
La riscoperta dell'orto, per esempio, o del mestiere antico sarà sviluppato a prescindere dalla spinta dell'amministrazione comunale.
Come più volte ieri sera si è detto, questo sistema sta cambiando avvitandosi su se stesso. Forzare questo sistema non credo che possa servire a migliorare le cose.
Nostro (eventuale) compito sarà quello di far dialogare i sistemi produttivi con i lavoratori ma anche i riportare il cittadino al centro della discussione. La crisi, nasce da un concetto di individualismo che ha portato a curarsi solo del proprio interesse a discapito degli altri perdendo di vista il bene collettivo.
E' ovvio che l'amministrazione comunale potrà avere un ruolo importante. Fornire terreni per creare degli orti o un fondo di solidarietà sono passi importanti ma i problemi sono ampi e immediati.
A fine mese, crisi o non crisi, le banche prelevano la rata del mutuo e le famiglie si trovano in difficoltà. Ben vengano gli ammortizzatori sociali, ma anche la revisione di pretese da parte degli enti economici, diventate a questo punto difficilmente sostenibili.
L'importante è uscire da questo periodo pronti a ripartire investendo nelle aziende sane e che hanno saputo rinnovarsi. Mai come in questo momento sarà richiesto a chi amministra un'attenzione particolare ad ogni segnale di disagio e di cambiamento.
Vedere la crisi come punto di partenza e rilancio. Stringere le maglie, sintetizzare le idee e ripartire con slancio.
La crisi c'è, non va nascosta, ma combattuta con metodi puntuali e precisi. Il sistema produttivo locale è puntiforme e spesso si trascurano piccole realtà per intervenire sui gruppi più importanti. Come ha sostenuto Briaud, far sentire la propria vicinanza ai piccoli sarà "fondamentale". Sarà determinante.

7 commenti:

  1. La decrescita attualmente non è vista ora come una necessità preponderante.
    Stante l’attuale trend economico e le prospettive a medio termine, la decrescita non sarà una eventualità.
    La decrescita sarà imposta.
    Passando per gravi crisi sociali.
    L’unica possibilità, condivisa dalla maggior parte degli analisti, è un rimbalzo tecnico che riporti il mondo
    ai fondamentali di inizio 2007, ridando fiducia ai consumatori e permettendo una sopravvivenza dell’attuale
    sistema per il tempo necessario ad attuare l’inevitabile decrescita.
    Ed è quello che stanno facendo le varie entità nazionali, Stati uniti in testa. Drogare con carta straccia i mercati
    per far ripartire la fiducia.
    Ma non illudiamoci che il benessere che ne potrebbe derivare nel breve sia duraturo.
    Questa volta dovrà proprio essere in quella fase di illusoria ripresa, che dovremo mettere in campo un nuovo
    modo di vivere.
    Il primo passo verso questo modo di vivere dovrà essere la considerazione verso quello che veramente è
    importante per l’essere umano, lasciando alla storia i canoni di benessere verso i quali la società attuale
    ci ha indirizzato.
    Sarà difficile, ma dovremo farlo.
    Però potrebbe non essere così difficile. Un sentimento nuovo e antico nello stesso tempo potrà essere
    la chiave del necessario cambiamento: la solidarietà e l’amicizia tra le persone.
    Quella solidarietà che in tempo di guerra o di difficoltà i nostri avi non si risparmiavano l’un l’altro.
    Quella amicizia che deve spazzar via quello sfrenato individualismo che è sopravvissuto anche per troppo tempo.

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  2. Posto qui la risposta alla mail di Daniele Cignali,non ho capito come altro fare.


    Caro Daniele,
    rispondo a tutti di modo da rendere di pubblico dominio quello che penso,ma è ovvio che io stia parlando a te.
    Ieri sera avrei voluto intervenire,e il mio intervento sarebbe stato più o meno questo:
    "Signore/i,mi pare che qua si parli di crisi ma nessuno ne fa un'anailisi storica,sociale e,consentitemi il termine,globale.
    Io sono uno dei fortunati che ha già la crisi sulla schiena,ma non mi dispero e non cerco pietà e commiserazione.
    Vivo (vivevo) del mio stipendio e non possiedo nulla.
    Però sono felice di questa crisi,perchè ho fiducia che le persone,non tutte certo,possano riconsiderare quello che come razza umana abbiamo prodotto finora.
    Abbiamo proceduto finora senza fermarci mai a considerare gli orrori che abbiamo prodotto,soprattutto per quello che riguarda l'ambiente in cui viviamo ed i rapporti sociali che abbiamo creato(senza parlare del problema di fondo,il rapporto con noi stessi).
    Pertanto io benedico questa crisi.
    La crisi è benedetta,in quanto è la vita che ci parla,che ci vuol far sapere che non si può restare dove si è stati per troppo tempo,che il viaggio non si può interrompere in nome di verità che verità non sono.
    La crisi è un aiuto contro che la vita ci offre per cambiare e tornare a viaggiare,il nostro compito è quello cogliere questa opportunità.
    So che ci sarà da soffrire e che bisognerà far cadere molte delle cose che abbiamo ritenuto indispensabili finora,ma se avremo la fiducia necessaria ci ritroveremo ripagati mille volte tanto.
    Non possiamo più nascondercelo,questo sistema sociale ed economico è morto.
    Se avremo il coraggio di attraversare questa difficoltà per creare qualcosa di nuovo,questa crisi sarà stata utile.
    Se invece continueremo a fare accanimento terapeutico su un corpo morto,pagheremo mille volte quello che paghiamo già ora.
    Anche il pianeta è allo stremo,le risorse quasi al termine.
    Noi non siamo i soli qui,non comprendiamo la totalità della vita.
    Allora,che vogliamo fare?"
    E' scritto di getto,più o meno come lo avrei detto ieri sera.
    Quindi,caro Daniele,mi trovi perfettamente d'accordo con te e sono davvero felice che tu,e persone come te,siano in questa lista civica.
    So che non si potrà fare molto come amministrazione,se non fare un'informazione costante sullo stato delle cose.
    Ne abbiamo bisogno come e più del pane,perchè siamo stati troppo a lungo nel torpore e nell'oscurità.
    Il futuro dipende dalla consapevolezza di chi il fututo lo costriusce,quindi da tutti.
    Possiamo anche non dichiararlo nel programma,se si teme di spaventare qualcuno,ma dobbiamo farlo.
    Ascoltare è giusto,ma a volte ascoltare certe istanze è davvero deprimente.
    Ieri sera,nonostante la facciata di dialogo,si coglieva netto l'atteggiamento di ognuno nel difendere il proprio orticello.
    Sarà molto triste quando gli orticelli saranno spazzati via,soprattutto se non ci saremo preparati a questo.
    Un'altra considerazione è che (come ha detto Cinzia della cgil)moltissime aziende metalmeccaniche sono in difficoltà,la BENELLI ARMI no.
    E' questo il futuro produttivo di questo sistema economico,la guerra.
    Chiudo con Einstein...
    "Un problema non può essere risolto con la stessa mentalità che lo ha generato".
    Un abbraccio a tutte/i,
    Massimiliano (rupo)

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  3. Vorrei ribadire, come già affermato nella mail che ha portato ad aprire questo Post, che l'amministrazione non dovrà stare a guardare del tutto e dare la possibilità di farsi "l'orticello" è solo una delle possibili soluzioni, oltre alla "somministrazione" di ammortizzatori sociali.
    Se veramente la crisi si presenterà col suo volto peggiore (e vorrei fare gli scongiuri, spero si abbia ancora tempo) ci sarà gente da assistere anche sul lato psicologico, oltre che su quello finanziario.
    Nello scenario peggiore si potrà avere anche un dissesto sociale.
    Spero con tutto il cuore che ciò non accada e confido nel fatto che nella nostra piccola realtà di Urbania e dintorni tutto sommato certi valori ancora sono radicati tra la gente.
    Per evitare ciò io dico che tutti ci si debba muovere preparando al peggio (o al meglio) la società.
    Penso che le persone a "spasso" potranno e vorranno dare una mano alla prossima amministrazione magari nella fornitura di nuovi e più completi servizi alla società e possibilmente in collaborazione con gli altri comuni della vallata.
    Un'altra cosa da fare è sicuramente l'individuazione degli sprechi alimentari, energetici, ecc. e porvi rimedio.
    Visto che a livello di piano regolatore i provvedimenti sono stati già fatti, si potrebbe fare da esempio cominciando ad investire nella resa energetica degli edifici comunali.
    Bilancio permettendo, sarà sicuramente un investimento che a medio - lungo termine darà benefici enormi.
    Forse pochi conoscono gli enormi sprechi alimentari:i supermercati hanno scarti enormi poichè devono per legge eliminare dai banconi, quindi cestinare, ciò che si avvicina alla scadenza.
    E questo è solo il terminale di una catena che inizia dal campo. Il 15% dei pomodori o delle zucchine rimane sul campo, un altro 15% lo scarta il consorzio che incassetta le zucchine.
    Così ad esempio sono nati i "Last Minute Market", letteralmente Mercati dell’ultimo minuto.
    Il loro lavoro, inventariare lo spreco di un ipermercato che ha bisogno di buttare cibo, trovare nelle vicinanze chi ha bisogno di cibo per la mensa dei suoi assistiti, una casa famiglia per esempio, e ottenere i permessi burocratici per redistribuire quelli che altrimenti sarebbero rifiuti....( per chi volesse approfondire: http://www.agrsci.unibo.it/~fcinti/18147/Buon%20Appetito-parte3.pdf)

    Ma le soluzioni contro gli sprechi possono essere tante e non necessariamente per forza spinte dall'amministrazione, però l'informazione su questi temi è importante.
    Quando certe cose vengono dette da un'istituzione la gente ascolta di più.

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  4. Mi sento di condividere in pieno il post iniziale... mmmmm mi ricorda qualcosa che ho scritto

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  5. Anch'io condivido sia il post iniziale e anche le considerazioni di tutti, certamente la prossima amministrazione dovrà dare per prima l'esempio sulle varie forme di risparmio e ottimizzazione delle risorse però non possiamo nasconderci dietro un dito la maggior parte delle nostre piccole medie attività industriali come si è detto ieri sera sono di tipo terziario perciò anche chi ha investito di più e comunque un terzista, e come dice Mirco è il momento di essere concretamente creativi, dobbiamo capire quali sono le nostre competenze in tutti i campi e cercare di dove è possibili una riconversione in nuovi reparti industriali, faccio un esempio la meccanica potrebbe produrre strumenti per il risparmio energetico o per la produzione energetica domestica, forse sto dicendo delle gran castronerie ma sicuramente il comparto energia pulita sarà nel futuro uno dei traini più importanti.
    Noi abbiamo anche un altra grande opportunità ossia il nostro territorio quasi ancora incontaminato, io sono fissato e difatti sono 10 anni che ci sto dietro purtroppo con non molti risultati ma ancora credo che il turismo sia una delle risorse poco sviluppate e dirò di più mentre prima criticavo le cospicue risorse impiegate per promuovere la ceramica o i vari eventi culturali ora credo che gli investimenti fatti allora possano essere risorsa se riusciremo a sfruttarli al meglio.In poche parole credo che ci vogliano idee, creatività non possiamo pensare che il mondo cambi da un giorno all'altro i cambiamenti troppo rapidi portano sempre conflitti sociali e secondo me il nostro dovere è proprio quello di evitare ciò, dobbiamo impegnarci sia riusciremo o meno a vincere la tornata elettorale perchè se la gente a fame poi si incazza

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  6. Beh,l'idea della riconversione industriale in direzione delle rinnovabili e del risparmio energetico,anche se fosse una castroneria, andrebbe comunque sostenuta.
    Credo che concetti come il bioregionalismo (per l'agricoltura) e il tecnoregionalismo (per l'industria e la tecnologia-l'ho inventato ora)siano gli strumenti che ci permetteranno di sopravvivere,sia da un punto di vista dell'inquinamento globale che da quello della conservazione delle risorse energetiche(perchè comprare una cosa in Giappone,inquinare e sprecare energia coi trasporti se lo posso fare qui?).
    Aggiungerei a tutto questo un argomento nuovo e forse doloroso.
    Ci possiamo permettere di mantenere in vita produzioni dalla dubbia utilità e dall'impatto ambientale certo?

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